Un grande mikado è l’installazione scenografica concepita da Vincenzo Mascia, architetto molisano per una piazza della città di Palermo in occasione di I-design, in un progetto curato da Laura Bica e Cristina Costanzo. L’elemento primario è costituito da tubolari quadrati in allluminio disposti in modo casuale allo stesso modo del noto gioco giapponese, riprendendo l’ideologia del movimento internazionale Madì di un’arte ludica e giocosa.

Struttura caotica, questo è il titolo, include la presenza di una superficie specchiante, capace di dialogare con il contesto ambientale circostante e di svelare  le inedite possibilità di interazione tra arte, design e architettura, stabilendo il limite tra natura e artificio, tra natura e cultura.

Mascia opera una sintesi della disciplina artistica con l’architettura e il design al fine di raggiungere, come da lui dichiarato, “l’armonia delle parti in contrasto: ordine e disordine, pieni e vuoti, lucido ed opaco, concavo e convesso”.

Noto esponente della corrente Madì, si è dedicato alla fine degli anni ’80 alla progettazione e produzione di oggetti e complementi di arredo. Risale a questa esperienza la serie di lavori ispirata a Memphis, collettivo di design e architettura fondato da Ettore Sottsass. Si tratta di oggetti – orologi, panche, tavoli, vetrine, specchi e altro – contraddistinti dalla presenza di volumi astratti in primo piano che si articolano con le superfici geometriche dello sfondo.

Le sue opere sono presenti presso il Museo MADI di Dallas, la Pinacoteca Civica “Franco Libertucci” di Casacalenda, il Centro Internazionale di Scultura all’Aperto -Museo del Parco di Portofino, il MAGA di Gallarate, il Young Museum di Revere (Mantova), MAGI 900 , sala Madì, Pieve di Cento (BO), il Museo Umbro Apollonio San Martino di Lupari (Padova), il Museo de La Plata (Argentina).