Il colorificio Giuseppe Di Maria è il main sponsor di I-design 2017
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Il colorificio Giuseppe Di Maria spa ha deciso di supportare l’edizione 2017 di I-DESIGN.
GDM: il Brand Italiano più conosciuto sul mercato delle idropitture Antimuffa.
Prodotti innovativi e tecnologia all’avanguardia
GDM è il marchio di fabbrica della società Giuseppe di Maria S.p.a. produttore leader nel settore delle vernici. L’azienda affonda le sue radici nell’opera di Francesco Di Maria, padre e nonno degli attuali proprietari, nel lontano 1925, nella via Messina Marine area industriale ante litteram della città di Palermo.
Oggi la GDM è un modello industriale europeo che lavora con cura e dedizione, promuove sul mercato prodotti vernicianti innovativi, altamente affidabili, tecnologicamente avanzi e formulati secondo principi etici.
Ricerca tecnologica, alta qualità, passione per il colore ed ambizione sono la formula vincente della filosofia aziendale.
L’azienda offre sul mercato una vasta gamma di rivolti sia al consumatore privato che al professionista (idropitture, smalti, vernici per il legno e prodotti prodotti decorativi). E’ il Brand Italiano più conosciuto sul mercato delle idropitture Antimuffa, distribuite con il marchio Bisaten, prodotti affermati e dal risultato garantito. L’azienda è presente sul territorio nazionale con una rete di 1.500 punti vendita specializzati nel colore e centri di bricolage.
GDM è un’azienda con sistema di gestione certificato ISO 9001, ISO 14001, ciò significa che i suoi processi sono stati analizzati e ritenuti rispondenti ai parametri necessari per garantire determinati standard qualitativi nelle diverse fasi dei cicli di Ricerca, Produzione e Commercializzazione dei prodotti.
Il rispetto per l’ambiente e la natura, sono gli elementi che definiscono l’etica e la responsabilità dell’azienda nei confronti della società. Le attività industriali sono svolte nel massimo rispetto, delle direttive europee e in armonia con il territorio di riferimento.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
I-design candidato al Compasso d’Oro
Presentato ieri a Milano l’Annuario ADI Design Index 2015. Nell’occasione sono stati resi noti anche i nominativi dei candidati alla XXIV edizione del Premio Compasso d’Oro.
I-DESIGN E’ TRA I SELEZIONATI!
Oltre ad avere superato quindi la selezione per l’ADI Design Index 2015, I-design ha avuto l’onore di essere candidata al prestigioso Premio.
Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto e a chi ci ha lavorato!
Un grazie di cuore a Giusi Cuttitta, Gianni Di Matteo, Cinzia Ferrara, Francesco Monterosso, Alberto Samonà!
La Farm più famosa al mondo ospite ad I-design
Su invito dell’Ordine degli Architetti di Palermo, Farm Cultural Park presenterà a Palazzo Forcella De Seta, l’installazione “C’è bisogno di fare chiarezza” dell’artista venezuelana Sara Fratini.
Sara Fratini è nata in Venezuela e si è laureata in Belle Arti a Madrid. Negli ultimi tre anni ha fondato La Scuola delle Scimmie, un percorso di formazione per giovani illustratori; ha pubblicato “Dias Raros” in Venezuela e “La Buena Vida” in Spagna, il suo primo libro con Lumen (Penguin Random House); organizza la mostra Artists For La Guarimba e realizza murales in tutto il mondo. I suoi social arrivano a 100.000 fans. www.sarafratini.com
Farm Cultural Park è un Centro Culturale di nuova generazione insediato nel Centro Storico di Favara.
Il contenuto e la forma
Un prodotto è complicato quando gli elementi che lo compongono appartengono a numerose classi differenti; mentre è complesso se contiene un gran numero di elementi raggruppabili però in poche classi (Abraham Moles).
L’informazione regola la complessità. Le idee contengono informazione, trovano soluzioni. Le “buone idee” però possono farsi da parte e aspettare: serve tempo affinché prendano forma, diventino prodotti. E i prodotti devono essere contenuti. E i contenitori devono in-formare.
Il progetto MY ORIGINAL PACKAGING ha sviluppato incontri e sovrapposizioni fra DINNER4.me, MYOP.me e Università di Palermo, in un gioco di scatole cinesi, con cui divertirsi a trovare la “scatola madre”. DINNER4.me e gli studenti del Laboratorio di disegno industriale hanno progettato scatole per alimenti e insieme contenitori che trasformano idee.
MYOP è la collaborazione tra progettisti, artisti e artigiani, è una rete di condivisione di competenze e talenti, è un contenitore che ospita idee e progetti.
MYOP è un gruppo di persone con differenti provenienze disciplinari ed esperienze lavorative, al servizio di un’idea comune: accogliere in un dialogo creativo realtà artigianali, artistiche e industriali siciliane e non solo. Chi entra a far parte del gruppo, pur conservando la propria autonomia, intreccia relazioni, condivide visioni, moltiplica abilità e idee e le trasforma in progetti.
Il mondo di Mu’ Factory
MU’ è un laboratorio di creatività nato a Palermo nel 2003 dalla collaborazione tra Cetti Davì e Dario Feo in cui vengono sviluppati progetti di design, art-design, fotografia, arti visive.
Nell’ambito dell’art-design svolge un’attività di ricerca con l’utilizzo di materiali inusuali ai quali viene data una funzione nuova.
Dalla sperimentazione con silicone a reticolazione acetica nascono i progetti MU’trans, MU’light eMU’shine, oggetti “animati”, che attraversano il sottile confine tra arte e design. Il materiale utilizzato provoca un contrasto di sensazioni: alla vista appaiono statici e solidi, al tatto invece risultano morbidi ed iniziano ad animarsi, creando un’interazione con chi ne ha un contatto. L’intento è quello di creare oggetti emozionali, che possiedono un potere proprio. In occasione di I-design viene presentato il progetto UNUSUAL STYLE, nuova collezione di collane in silicone realizzate interamente a mano e accompagnate da un certificato che ne attesta l’unicità. Eleganti, Uniche, Inusuali.
Nel 2011 con la linea Trans di complementi d’arredo in silicone, lo studio MU’factory si aggiudica il 1° posto al concorso internazionale “A’ Design Award” vincendo il Platinum per la categoria “Art, Crafts and Ready-Made Design”. Le loro creazioni sono esposte in Italia e all’estero ed attualmente sono presenti presso i bookshops di musei, gallerie e design shops.
DESIGN & TERRITORIO Università e aziende tra ricerca e innovazione
La sperimentazione tra università e aziende porta ad un’elaborazione originale che mira a creare sinergie e a valorizzare e far conoscere nuovi talenti. Ad I-design saranno presentati così gli esiti del Laboratorio di disegno industriale tenuto da Dario Russo (Corso di Studi in Architettura | Università di Palermo), a cura di Manuela Raimondi e Dario Russo.
Importante è il lavoro svolto insieme all’Archivio Basile e all’azienda Caruso Handmade che ha portato alla realizzazione di una ricerca finalizzata alla ricostruzione storica e ad un aggiornamento di mobili del passato.
Tra gli altri progetti presentati, sei moduli da rivestimento che puntano sulla fascinazione della configurazione parietale e sull’effetto comunicativo realizzati dall’azienda Palumbo Marmi; una serie di prodotti trasformisti, complementi di abbigliamento ovvero borse che diventano abiti presentati da Tumiami; originali tappeti realizzati da Vivo D’Emilio; artefatti comunicativi per la rappresentazione del colore, oggetti scenici basati sulla geometria, a metà strada tra il prodotto d’uso e l’installazione artistica presentati da Covema; doggy bag contro lo spreco alimentare realizzati da Tecno Box; oggetti contenitori trasformisti realizzati da MYOP. Il Laboratorio si è cimentato in vari settori del design, in una ricerca di grande qualità.
Alle aziende si aggiunge TAM TAM, una “scuola aperta che non è una scuola”, per parafrasare le parole del suo fondatore, Alessandro Guerriero, progetto condiviso con Gianni Pedone, il cui titolo Archeologia dal futuro rimanda ad una ricerca dal sapore fantascientifico.
Tra le iniziative, anche la rassegna fotografica DESIGN4FANS 2015 che raccoglie i ritratti di otto allievi architetti il cui look è specificamente pensato come testimonial aziendali. Tale lavoro è stato sviluppato nel workshop di fine anno, dedicato alla rappresentazione fotografica, per valorizzare i progetti del laboratorio, a opera di Fabio Florio.
Golden lightness, una famiglia di lampade bijoux indossabili
Golden lightness è una tesi di diploma discussa da Emanuela Pinto all’interno del Corso di Progettazione della moda presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, seguita dal Prof. Arch. Ivan Agnello, docente di design.
Il percorso progettuale di Emanuela Pinto è partito dall’idea suggestiva di realizzare una lampada molto femminile, che avesse la ricercatezza e la preziosità di un gioiello e che potesse al contempo essere indossata, seppur parzialmente.
Partendo dall’osservazione del panorama produttivo e dei rari casi in cui un designer ha provato ad immaginare una difficile convivenza tra il design del gioiello ed il light design, Emanuela ha intrapreso un percorso progettuale complesso, fatto di continue sperimentazioni su diversi materiali, dalle plastiche ai tessuti, e sul loro aspetto, se investiti da una fonte luminosa artificiale.
Contestualmente è stata condotta una ricerca tipologica e formale intorno a due possibili temi: una lampada da tavolo ed una a sospensione.
È nata così la linea Golden lightness, una coppia di lampade bijoux indossabili.
La più piccola, un’abat-jour avvolta in una spirale di morbido tessuto dorato, rimanda alla suggestione di una luce tenue, filtrata da un paralume parzialmente coperto da un prezioso foulard.
La seconda è una luccicante lampada a sospensione, dove la fonte luminosa è filtrata da un elegante intreccio di sottili tubi in materiale plastico, in parte indossabili, il cui effetto rimanda alla brillantezza dei tradizionali lampadari in cristallo e alla leggerezza della lampada Caboche di Patricia Urquiola.
Impronte. L’assenza di una presenza
Impronte è una ricerca sui mutamenti avvenuti nell’era digitale che indaga il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente.
Stiamo forse rischiando di non lasciare impronte, perdendo il contatto con la nostra fisicità? Esistono per noi degli oggetti che possiamo ancora definire essenziali?
L’indagine condotta dallo Studio 4e parte dalla considerazione che oggi siamo sempre più circondati da una moltitudine di segni “liquidi”, che appartengono ad un mondo digitale, spesso in contrasto con la nostra identità personale.
L’evento organizzato dallo studio con un allestimento e una performance artistica, riflette sulle conseguenze di questa rivoluzione e sulla necessità di tornare a un design che non crei solo oggetti, ma idee che lascino impronte.
Lo Studio 4e, fondato a Palermo dagli architetti Fabio Costanzo e Maria Rosaria Piazza, si occupa di progettazione architettonica in un’ottica sostenibile, con una ricerca sull’uso sapiente dei materiali e delle tradizioni costruttive. L’attività dello studio spazia in diversi campi, come: l’interior design, l’industrial design, gli allestimenti espositivi e il landscape design. I loro lavori hanno ottenuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali con numerose pubblicazioni su riviste del settore e trasmissioni su canali televisivi tematici.
Tam tam, un’esperienza di scambio e di interazione
TAM TAM, una “scuola aperta che non è una scuola”, per parafrasare le parole del suo fondatore, Alessandro Guerriero.
TAM TAM, all’interno del Laboratorio di disegno industriale tenuto da Dario Russo (Corso di Studi in Architettura | Università di Palermo), rappresenta un momento di evasione progettuale: la ricerca, seria e ragionata, di un mondo migliore, un’utopia che corrisponde a un habitat etico e gratificante, al di là degli attuali sistemi socio-politici e quindi economico-produttivi.
Per questo, TAM TAM è “una non-azienda tra le aziende che produce una sperimentazione fantastica, senza confini né recinzioni disciplinari”. Il tema di quest’anno, condiviso con Gianni Pedone che è l’ideatore del tema di TAM TAM Palermo il cui titolo è “Archeologia dal Futuro”, una sorta di avventura progettuale dal sapore fantascientifico. I quattro allievi architetti che si sono imbarcati in quest’impresa sono stati catapultati in avanti nel tempo approdando in un 3015 tutto da ricostruire in una prospettiva etica. La loro missione è stata eroica: portare indietro un artefatto dall’ingombro 40x40x30 cm, e cioè qualcosa che ancora non esiste o è l’evoluzione estrema di ciò che c’è già, nel 2015, ancora in nuce.
Un’attività piuttosto insolita… tale da raccogliere l’interesse dell’illustratore Gaetano Belvedere, che ne ha tratto spunto per un fumetto, di una casa editrice palermitana, Urban Apnea, che vi ha pubblicato quattro microromanzi fantascientifici, e di una regista, Marina Martines, che propone una performance incentrata su questi quattro progetti e sugli oggetti futuristici realizzati dagli allievi del Corso di Design tenuto da Gianni Pedone all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Come dice il maestro, insomma, Da cosa nasce cosa: dal laboratorio di disegno industriale a una concatenazione di eventi e di progetti suscettibili di futuri e imprevedibili sviluppi, quando l’università non solo ricerca ma anche agisce – con le imprese – per dar linfa culturale al territorio.